Due stalinismi dell’anima, due scritture che li “elaborano”: Ferenc Karinthy, “Muratori” (1950) e Imre Sarkadi, “La vigliacca“ (1961)
Abstract
L’articolo giustappone due autori della stessa generazione, con provenienza sociale e formazione letteraria fondamentalmente diverse; l’interesse per la loro modalità di scrittura è dato dal clima culturale che condividono e che li porta, in ogni caso, a misure di realismo, benché da due sponde opposte.