Lo spazio pubblico nell’era digitale, segregazione e disagio urbano nelle città metropolitane
Abstract
Lo spazio pubblico è ogni luogo di proprietà o di uso pubblico fruibile a tutti gratuitamente. Ha proprie caratteristiche spaziali, ambientali ed economiche. La velocità dei cambiamenti sociali e delle modalità di comunicazione, la diffusione della digitalizzazione per la fruizione di servizi e spazi pubblici hanno dato impulso a grandi trasformazioni urbane, riferite sia ai modi di vivere le città che al complesso di forme e regole di strutturazione degli spazi pubblici. Nel saggio si definiscono le caratteristiche dello spazio pubblico, i fattori escludenti dipendenti dalla localizzazione territoriale (centro/periferie) e i cambiamenti indotti dalla digitalizzazione nella qualità delle relazioni e dei fenomeni culturali. Le periferie e le metropoli diventano sempre più segreganti. Gli spazi pubblici, nati per essere inclusivi, diventano sempre più spazi di transito restituendo, a volte, una fotografia sconfortante delle condizioni sociali e urbane. Ci sono spazi pubblici contraddistinti da un processo di adattamento lento rispetto alla velocità delle istanze che la società contemporanea esprime. In questi casi, gli spazi pubblici disattendono il “mandato” sociale che gli è proprio. Le ragioni relative alla scarsa attrattività degli spazi pubblici sono descritte nel saggio unitamente ai presupposti necessari per superare la crisi di rappresentatività. Nelle periferie delle città metropolitane italiane vi è maggiore presenza di famiglie disagiate e vulnerabili. L’articolo propone alcune riflessioni per ripensare al rapporto spazi pubblici-città-ambiente-società nell’era delle grandi transizioni.
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Copyright (c) 2024 Celestina Fazia
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