LGBTQ2+ Esperienze di sicurezza pubblica: teoria della violenza nella Queer City

  • Jen Roberton University of British Columbia
Parole chiave: Pianificazione della sicurezza, Prevenzione del crimine mediante la progettazione ambientale, LGBTQ, Queer, Polizia

Abstract

Il seguente articolo utilizza le geografie dell’identità riflettendo intorno alla visibilità e passando a definire la sicurezza e la violenza negli spazi pubblici attraverso le lenti dei LGBTQ2 + (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, “due spiriti” e altre minoranze sessuali). Utilizzando la città di Toronto come caso studio, il paper scompone lo stato attuale della sicurezza pubblica, e lo articola secondo il punto di vista delle persone LGBTQ2+. Focus group, interviste, un sondaggio online e altre letture secondarie costituiscono le fonti dei dati utilizzate. Questo studio sfida la pianificazione convenzionale della sicurezza femminista e il concetto di usi normali/anormali esposti dai sostenitori della prevenzione del crimine attraverso la progettazione ambientale (CPTED) portando la disaggregazione della “diversità” all’attenzione del dibattito. L’articolo pone le raccomandazioni suggerite nei dati raccolti in colloquio con le esigenze specifiche dei LGBTQ2+ sia nella creazione di città più sicure e parlando di genere al di fuori dello stretto binario delle esperienze eteronormative cisgender. L’articolo propone il concetto che una città sicura per queer e trans è una città che non è solo una città tollerante delle comunità LGBTQ2+, o mercificante un aspetto della loro inclusione, ma invece deve essere una città in cui la “diversità” è attivamente integrata nel suo stesso tessuto.

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Pubblicato
2016-10-10