Napoli come porta del mediterraneo: Domenico Rea e il rapporto con Mondadori

  • Annalisa Carbone Università di Napoli L'Orientale
Parole chiave: Napoli, Milano, editoria, periodico culturale, realismo, Mediterraneo

Abstract

Dagli anni Quaranta fino alle soglie degli anni Sessanta uno dei protagonisti più discussi del panorama letterario italiano è Domenico Rea, novelliere, critico e drammaturgo. Le sue prove narrative insieme alla produzione saggistica (che fa da sfondo in questi anni per poi diventare successivamente terreno privilegiato della voce dello scrittore) illuminano la distanza da ogni mitologia folclorica e consolatoria e trasformano Napoli nella porta di tutta l’Italia mediterranea che si incarna nel popolo napoletano che si ritrova identico a Barcellona o a Instanbul. Il realismo aspro, espressionistico, plebeo e insieme visionario, il radicamento nella lingua dei classici ma anche l’opzione per un taglio sintattico conciso, scattante, fulmineo, certamente moderno, rendono Rea uno scrittore atipico nel panorama della cultura letteraria meridionale. L’interessante carteggio che intercorre tra lo scrittore napoletano e i responsabili della più importante casa editrice di quegli anni, Arnoldo e Alberto Mondadori, testimonia che il mondo di Rea, familiare e sociale, è lo stesso che alimenta le sue affabulazioni. Esso permette di illuminare e interpretare il magma da cui prendono vita i suoi personaggi e contribuisce a comprendere meglio l’uomo che sta dietro le sue storie

Riferimenti bibliografici

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Pubblicato
2024-01-25