“LE DÎNER DE TURIN” SECONDO STAROBINSKI

QUEL CHE ABBIAMO DA IMPARARE DA UN SAGGIO ESEMPLARE

  • Stefano Brugnolo
Parole chiave: Starobinski, teoria letteraria, filologia, ermeneutica, coerenza

Abstract

Il saggio intende estrapolare dallo studio che Starobinski dedicò ad un noto brano delle Confessioni di Rousseau (Il pranzo di Torino) un vero e proprio modello di critica testuale. E lo fa a partire dalla considerazione che Jean Starobinski ha saputo contemperare le ragioni della filologia con quelle dell’ermeneutica, operazione niente affatto scontata. Aessere valorizzata è soprattutto la sua capacità di partire dallo specifico testuale per tentare generalizzazioni sempre più ampie che però non smettono mai di essere fondate sull’esame accurato del testo. Alla fine il testo di Rousseau interpretato magistralmente da Starobinski si dimostra capace di interpretare a sua volta una serie di situazioni e condizioni tipicamente moderne. Si direbbe infine che il saggio del critico ginevrino ci dimostra che il valore di un testo letterario dipende molto dal reticolo di corrispondenze e opposizioni che agiscono a livello profondo e che tutte insieme collaborano a produrre un effetto generale di coerenza. 

Pubblicato
2020-11-06