
Si stanno moltiplicando le riflessioni sulla nostra epoca definita come Antropocene alla luce della rilevante accelerazione di molti impatti conseguenti alle varie azioni umane sull’ambiente, a cominciare dalla concentrazione di CO2 in atmosfera. Le conseguenze delle attività umane stanno mettendo in crisi il funzionamento dell’ecosistema Terra, come risulta bene evidente dai vari Rapporti dell’IPCC (IPCC 2018; 2019). Il cambiamento climatico si configura come la grande questione del XXI secolo. Occorre moltiplicare gli investimenti nella ricerca: sul rapporto tra cambiamenti climatici e i diversi impatti conseguenti, che vanno dal degrado ambientale alle conseguenze sull’economia, sulla salute della società, sull’urbanistica ecc. Occorre che le Università promuovano l’insegnamento e la ricerca sul cambiamento climatico, sugli impatti che esso arreca a cominciare da quelli sulla salute delle persone, dell’ecosistema naturale e dell’economia. È infatti in gioco il futuro della nostra casa comune, della nostra Terra. Occorre uno specifico Piano Strategico di Ricerca su quanto sopra per mettere a fuoco con chiarezza le interdipendenze tra cambiamento climatico e salute/benessere, economia, industria, agricoltura, urbanistica, energia, cercando di identificare nuovi modelli di sviluppo economico/territoriale, nuovi modelli di produzione e distribuzione della ricchezza. La “Terza Missione” non riguarda solo il trasferimento tecnologico e l’imprenditorialità, ma anche la promozione di un modello desiderabile di economia e di città. La sfida non è solo tecnico/tecnologica ma anche culturale/umanistica. Non c’è infatti una cultura appropriata alle grandi sfide del nostro tempo. Occorre modificare le scelte grandi e piccole, in un contesto storico sempre più complesso e contradditorio, con un tempo sempre più ridotto per poter scegliere e con una posta in gioco sempre più alta.