Giustizia, genere e migrazione climatica nella prospettiva dell’UE
Abstract
Analogamente al Global Compact for Safe, Orderly, and Regular Migration del 2018, Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo dell’Unione europea (UE) del 2020 annovera i disastri naturali e il cambiamento climatico tra le principali sfide capaci di incidere sulla migrazione. Ciononostante anche questo recente strumento dell’UE non attribuisce uno status giuridico alle persone che fuggono dalle devastazioni ambientali. In assenza di una definizione giuridica, i migranti climatici continuano a non essere protetti né dal diritto internazionale né dal diritto europeo. Questa lacuna giuridica aumenta a sua volta la vulnerabilità dei gruppi più marginalizzati, in particolare delle donne che rappresentano l'80% degli sfollati ambientali. Questo dato solleva questioni quali la parità di genere, la giustizia di genere e la giustizia ambientale che sono sempre più discusse dai policy makers, dagli attori non statali e dalla società civile. Il presente contributo esamina tali questioni analizzando i documenti di policies delle principali istituzioni europee (i.e. il Parlamento, la Commissione e il Consiglio) attraverso la lente del Rhetorical Political Analysis (RPA). Questa analisi può offrire ai policy makers un utile strumento per migliorare le politiche esistenti tenendo maggiormente in considerazione le specificità di genere e le istanze della giustizia ambientale
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