La Corte costituzionale decide sul diritto all’affettività dei detenuti. Tecniche decisorie e soluzioni di merito nella sent. n. 10/2024
Abstract
Il contributo esamina la tecnica decisoria adoperata e le soluzioni di merito adottate dalla Corte costituzionale nella sent. n. 10/2024, collocando la pronuncia nell’ambito degli strumenti di cui il giudice delle leggi si è dotato per far fronte all’inerzia del legislatore. Oggetto della pronuncia è il «diritto all’affettività» dei detenuti, ossia il diritto di intrattenere colloqui intramurari privati, non sottoposti a sorveglianza visiva. Si tratta di un diritto negato dalla normativa vigente, nonostante il monito costituito dalla sent. n. 301/2012 e dalle numerose occasioni avute nel frattempo dal legislatore. Con la sentenza in esame, la Corte costituzionale non solo ne ha riconosciuto il fondamento costituzionale, ma ha anche puntualmente fissato le modalità con cui dovrà essere garantito e i limiti entro cui dovrà essere rispettato: attraverso uno stringente intervento additivo, ha dettato essa stessa «regole» idonee a trovare immediata applicazione da parte degli organi giudiziari ed amministrativi
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