Investor state dispute settlement: profili di incompatibilità con il sistema democratico e la Costituzione, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile
Abstract
L'arbitrato internazionale sugli investimenti è diventato, dalla fine del secolo scorso, uno strumento molto apprezzato ed utilizzato dagli investitori stranieri, presente in quasi tutti i trattati bilaterali sugli investimenti e nei trattati commerciali con capitoli dedicati agli investimenti come NAFTA, ECT, TTIP e CETA. Il meccanismo arbitrale solleva però diversi dubbi e critiche, in quanto le sue caratteristiche lo fanno apparire poco compatibile con i requisiti che in uno stato di diritto dovrebbe avere il sistema giudiziario, quali ad esempio l'imparzialità ed indipendenza dei giudici o la trasparenza del procedimento e la possibilità di accesso agli atti. Di non poco conto è inoltre il peso sulle casse statali: i compensi dovuti ad arbitri e consulenti sono molto alti, così come estremamente elevati sono i risarcimenti riconosciuti agli investitori. Si rilevano perciò numerosi attriti: con i principi costituzionali e democratici; con la normativa internazionale sui diritti umani; con un modello di sviluppo sostenibile per le future generazioni.