Raramente nella storia si trovano eventi più paradigmatici e dallo straordinario valore simbolico quale la caduta del Muro di Berlino. Nel 1989 prese avvio, mattone dopo mattone, lo smantellamento di un confine materiale e simbolico tra due diverse visioni antagonistiche del mondo: da una parte, gli U.S.A. e il blocco occidentale ispirato ai valori liberali e a un regime economico di libero mercato; dall’altra, l’U.R.S.S. e il blocco filo-sovietico ispirato ai valori del socialismo e a un regime economico anticapitalistico.

Con la fine del mondo bipolare, egemonizzato dalle due super-potenze, cambia radicalmente lo scenario storico-politico. Alla fine della lunga epoca di contrapposizione ideologica si accompagna il sorgere di nuove pratiche, teorie, soggetti, discorsi, culture, nonché nuove prospettive istituzionali, alleanze internazionali e territori da controllare. Tutti questi fattori lentamente si affermano cambiando significativamente la forma e la composizione dello spazio politico.

Oggi possiamo dire che la maggior parte degli scenari teorico-politici delineati subito dopo la fine della Guerra Fredda si sono rivelati affrettati, perché ancora eccessivamente condizionati dalle categorie politiche o dal fervore ideologico dei decenni precedenti. Obiettivo del presente numero di Politics. Rivista di Studi Politici è quello di gettare uno sguardo sul decennio precedente e su quello successivo al 1989, approfittando del maggior distacco storico che il tempo trascorso ha posto tra noi e quegli eventi.

 

Pubblicato: 2016-03-01

Fascicolo completo