L’invenzione penitenziaria e la crisi dello Stato sociale

  • Gianluca Gentile
Parole chiave: stato sociale, tassi di incarcerazione, cultura del controllo, stato penale, rieducazione del condannato

Abstract

Il carcere è diventato il principale strumento sanzionatorio in campo penale in tempi relativamente recenti, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Questa svolta epocale è stata ricondotta all’affermarsi del capitalismo nelle società occidentali, nel senso che la funzione originaria della pena detentiva sarebbe stata quella di addestrare il proletariato nascente alle esigenze della fabbrica. Successivamente l’ideologia dello Stato sociale avrebbe comportato un ridimensionamento dell’universo carcerario perché le logiche punitive furono ripensate in senso rieducativo e assistenziale. In concomitanza con lo smantellamento dello Stato sociale avviato dalle politiche neo-liberali degli ultimi anni del XX secolo, si sarebbe avuto invece un vertiginoso incremento dei tassi di incarcerazione. L’esperienza italiana induce però ad esaminare questi fenomeni alla luce di un modello esplicativo multifattoriale, che tenga conto anche del contesto politico-costituzionale oltre che di quello economico

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Pubblicato
2023-05-29
Come citare
GentileG. (2023). L’invenzione penitenziaria e la crisi dello Stato sociale. Diritto Pubblico Europeo - Rassegna Online, 19(1). https://doi.org/10.6093/2421-0528/10066