La riforma dell’atto elettorale europeo e il pacchetto legislativo democrazia e trasparenza

Un contributo per rafforzare il demos europeo

Abstract

La Conferenza sul futuro dell’Europa (COFE), primo esperimento di democrazia partecipativa condotto su scala europea a cavallo tra il 2021 e il 2022, se da un lato ha evidenziato una ancora limitata conoscenza delle Istituzioni europee e del loro funzionamento, dall’altro ha fatto emergere una forte domanda di partecipazione, una volta acquisita maggiore familiarità con le motivazioni alla base dell’integrazione europea e le sfide cui l’UE sarà chiamata a confrontarsi in futuro. L’iniziativa intendeva avvicinare i cittadini alle Istituzioni ed alimentare la diffusione di una più forte coscienza politica europea. Un sentimento, questo, invero ancora poco diffuso, ma che potrebbe certamente essere alimentato da una revisione del processo elettorale europeo, tale da rendere le elezioni europee un vero momento di scelta a livello unionale, e non già un processo elettorale di serie B legato alle dinamiche politiche interne ad ogni Stato membro. Il Parlamento europeo ha cercato a più riprese di armonizzare i quadri e le pratiche del processo elettorale, ma gli Stati membri hanno finora resistito ad un’ulteriore integrazione in questo senso. La riflessione sulla possibile riforma dell’Atto elettorale del 1976 è ripresa nel luglio 2021. In parallelo, è stato avviato il negoziato su un pacchetto di provvedimenti, c.d. Democrazia e trasparenza, presentato dalla Commissione nell’intento di creare un quadro giuridico aggiornato, più solido e uniforme, per ampliare la partecipazione al dibattito democratico dell'Unione e rafforzarne di pari passo le garanzie di trasparenza e di scrutinio pubblico. A giudicare dall’avanzamento dei lavori, è poco probabile che i negoziati si concludano in tempo utile per le prossime elezioni europee. Tuttavia, il combinato di tali riforme, se approvate senza eccessivi ridimensionamenti, potrebbe conferire alle elezioni del PE un carattere realmente europeo, a beneficio dell’intero processo di integrazione