L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si pronuncia sulle concessioni demaniali a scopo turistico-ricreativo. Note a prima lettura.
Abstract
L’articolo fornisce una prima lettura del pronunciamento dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato sulla annosa vicenda delle concessioni demaniali marittime. Secondo l’Autrice, il Consiglio di Stato, allineandosi alla posizione della Corte di giustizia (sent. Promoimpresa, 2016), applica uno schema consolidato nel rapporto tra ordinamenti, giungendo ad una conclusione prevedibile. Se il rilascio delle concessioni a scopo di attività turistico-ricreativa deve avvenire all’esito di una gara pubblica, la proroga fino al 2033, da ultimo disposta, è incompatibile sia con l’art. 49 TFUE, sia con l’art. 12 della direttiva servizi. Trattandosi di diritto UE auto-applicativo, derivano da ciò il dovere di non applicazione da parte della P.A. della legislazione interna incompatibile e la perdita di efficacia delle concessioni in essere, frutto di provvedimenti di proroga o di giudicato favorevole. I pochi elementi innovativi di interpretazione riguardano il riconoscimento dell’interesse transfrontaliero certo e della scarsità della risorsa naturale. Gli effetti temporali della pronuncia sono posticipati al 2023 per ragioni di opportunità. Secondo l’Autrice, il Consiglio di Stato tende a ricostruire compiutamente il quadro normativo di riferimento, in modo tale che le P.A., dopo un lungo periodo di incertezza, potrebbero indire le gare, anche in assenza di ulteriori interventi legislativi, sulla base dei principi ispiratori emergenti dall’ordinamento europeo e interno.
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