Quæstiones perspectivæ. Osservazioni sulla rappresentazione della città nel Rinascimento

  • Cosimo Monteleone Università degli Studi di Padova
Parole chiave: Ottica, Lanci, prospettografo, viste urbane, rilievo.

Abstract

Nel corso del Rinascimento l’evolversi della perspectiva artificialis e delle tecniche di rilevamento urbano, solitamente eseguito ricorrendo a specifici strumenti per la delineazione prospettica – come quello creato dal Lanci –, costituirono un fattore determinante per una nuova idea di spazio. Ma la consapevolezza che la realtà fosse misurabile già si faceva lentamente strada per mezzo degli studi intensivi di Ottica medievale e della riscoperta di alcuni antichi testi scientifici come la Geografia di Tolomeo. Infatti, mentre la perspectiva naturalis certificava l’importanza cruciale della distanza tra osservatore e piano iconico, le reminiscenze classiche introducevano l’espediente della griglia geometrica per fissare univocamente la posizione di un punto sulla superficie terrestre. Al sottile legame tra i ‘ritratti di città’ e il mondo scientifico della Rappresentazione fece inequivocabilmente cenno Giorgio Vasari, che nei suoi Ragionamenti ricordò di aver costruito la celebre veduta intitolata L’Assedio di Firenze per palazzo Vecchio, utilizzando, tra gli altri strumenti di misura, anche le ‘occhiate al naturale’.

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Biografia dell'Autore

Cosimo Monteleone, Università degli Studi di Padova

Dipartimento di Ingegneria civile edile ambientale

Pubblicato
2016-01-29
Come citare
MonteleoneC. (2016). Quæstiones perspectivæ. Osservazioni sulla rappresentazione della città nel Rinascimento. Eikonocity. Storia E Iconografia Delle Città E Dei Siti Europei, 1(1), 37-52. https://doi.org/10.6092/2499-1422/3746
Sezione
Articoli