Il dialogo tra antico e storico si è svolto sul territorio antropizzato, nella continuità e nella discontinuità, definendo gli spazi dell’abitare, del produrre, del vivere, sui quali si sono innestati regimi vincolistici. L’archeologia, la paesaggistica e più recentemente l’ecologia ridanno vita e configurazione al passato, che si esprime attraverso rinnovati linguaggi, per cui i segni attestano non solo condizioni trascorse ma anche quelle attuali, quale patrimonio collettivo che connette passato, presente e futuro. L’archeologia classica – tramite il linguaggio antico, iscrizioni murarie, epigrafi e lapidi, attraverso tracciati viari e oggetti di “cultura materiale”, nonché il supporto di fonti documentarie dirette e indirette – racconta di edilizia e di urbanistica, della vita aristocratica e plebea, dell’opulenza e dell’indigenza. Si è ormai radicata anche un’altra forma di archeologia, quella definita “industriale”, in riferimento alle aree produttive dismesse, ed oggi la sfida si gioca sul piano di un processo di riqualificazione che coniughi opportunamente conservazione e trasformazione.

Pubblicato: 2011-12-31

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