La legge Golfo‐Mosca alla prova della direttiva (UE) 2022/2381
Abstract
Il problema della rappresentanza di genere nella governance delle società di capitali può essere affrontato da più di una prospettiva. La più semplice, fra tutte, è quella che partendo dai dati statistici ritiene necessaria l’adozione di azioni affermative per promuovere la presenza femminile negli organi gestori societari, e ciò al dichiarato fine di attuare il principio di eguaglianza sostanziale. L’altra prospettiva è quella efficientistica, i consigli di amministrazione in cui sono presenti entrambi i sessi sembrano funzionare meglio, assumere scelte più razionali, e per l’effetto promuovere la crescita della società e la sua stessa resilienza rispetto ad eventuali crisi del mercato. Il legislatore italiano ha disciplinato la materia circa dieci anni fa e – per effetto di tale normativa – la rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società quotate e delle società a controllo pubblico è cresciuta sensibilmente. L’articolo si propone di redigere un bilancio dell’esperienza italiana e di tracciare le possibili evoluzioni alla luce della direttiva (UE) 2022/2381.
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