La legge Croce del 1922 ed il Convegno Internazionale di Capri sul paesaggio
Alla ricerca delle radici del diritto ambientale nel mondo di ieri
Abstract
Con la legge c.d. Croce del 1922, a ridosso dell’avvento del fascismo in
Italia, vi è il primo tentativo di una trasposizione estetica ed ideale
del paesaggio in una dimensione materiale. Di particolare interesse è
proprio l’obiettivo di realizzare una intersezione tra valori
estetizzanti e valori materiali, che provano a trovare una sintesi sul
piano della certezza e dell’effettività giuridica attraverso la
determinazione di principi e regole. Dalla mera contemplazione della
bellezza alla tutela dei beni con la qualificazione e la protezione di
posizioni giuridiche. Il testo presentato, nello stesso anno, alla
Conferenza internazionale sul Paesaggio di Capri, segna uno degli ultimi
atti di difesa di una cultura europea, e badate bene non occidentale,
che vede protagonista il perimetro mitteleuropeo (Monaco-Vienna-Praga),
in cui il senso della tradizione ne è alla base, rivolgendosi alla
crescita spirituale della personalità, dove anche il processo di
sviluppo economico, scevro da volgare incultura, ne è funzionale.
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