Editoriale

  • Luigi Fusco Girard Università degli Studi di Napoli Federico II

Abstract

Non siamo semplicemente in un’epoca di cambiamenti, ma assistiamo ad un vero e proprio “cambiamento di epoca”. La transizione ecologica è la più grande trasformazione mai immaginata nella storia in uno spazio temporale così ridotto. Il PNRR ha attribuito al nostro Paese una rilevante quantità di risorse finanziarie per far fronte alla suddetta trasformazione. Le città rappresentano un soggetto centrale nell’attuazione della transizione ecologica. Esse sono chiamate a investire in modo efficace nella “resilienza urbana” in tutte le sue dimensioni. Come? Con quali approcci e strumenti di governance? Come migliorare le strategie di mitigazione e di adattamento? Un aspetto che sembra passato su un piano secondario si riferisce al miglioramento della resilienza dei piccoli centri, dei borghi, delle aree interne. Qui si realizzano dei “costi nascosti” dei processi di generale urbanizzazione: decremento demografico, perdita della popolazione giovanile, invecchiamento della popolazione residente, ecc. Orbene, il tema rappresentato dal futuro delle città di piccola dimensione, dei villaggi, dei borghi è di particolare rilevanza per molte ragioni. Innanzitutto perché il paesaggio europeo ed italiano è caratterizzato dalla diffusa presenza di questi micro insediamenti, con un interessante rapporto tra paesaggio naturale e paesaggio costruito. In secondo luogo perché qui è più facile realizzare la richiesta e necessaria strategia della “bio-riconnessione”. Inoltre la presenza di capitale sociale facilita qui la promozione della resilienza in alcune sue dimensioni. Ma rimangono molti punti interrogativi. Come i micro-insediamenti possono essere coinvolti nella lotta al cambiamento climatico ed alla decarbonizzazione? Come migliorare la loro capacità di facilitare la produzione dei servizi ecosistemici? Quali nuovi modelli di governance occorre proporre per realizzare anche in queste realtà l’Agenda 2030 e la Nuova Agenda Urbana? Le loro condizioni di progressivo degrado rappresentano gli effetti esterni dell’urbanizzazione verso i grandi centri urbani: sono il suo “aspetto nascosto”, rappresentato da costi umani, sociali, ambientali rilevanti a carico soprattutto dei soggetti più fragili. Questi micro-insediamenti finiscono per rappresentare in un certo senso lo “scarto” dei processi di urbanizzazione delle città più grandi. Sono localizzati in aree marginali, povere, “interne” rispetto alle aree di attrattività e di localizzazione di attività economiche.

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Pubblicato
2023-07-31
Come citare
Fusco GirardL. (2023). Editoriale. BDC. Bollettino Del Centro Calza Bini, 23(1), 7-11. https://doi.org/10.6093/2284-4732/10466