I mezzadri di dio. La metafora del castello in María Zambrano tra Teresa d’Avila e Franz Kafka
Abstract
Questo articolo propone una riflessione sui temi zambraniani del sogno e del tempo, della dialettica tra passività e azione, e della definizione di romanzo e tragedia partendo dall’esplorazione di un’architettura e di un luogo intesi metaforicamente. La metafora del castello, infatti, su cui Zambrano si sofferma in alcuni suoi scritti su Kafka, sembra assumere un significato così importante da acquisire autonomia rispetto alle specifiche riflessioni sullo scrittore ceco, divenendo centrale nella definizione di alcune categorie del pensiero zambraniano. Del resto, il pensiero spagnolo non è nuovo all’esplorazione metaforica del castello che occupa, con il celebre scritto di Teresa d’Avila, il Castello interiore, un posto di primo piano nel panorama del misticismo cristiano. Partendo da alcuni passaggi cruciali dei testi dedicati a Kafka dalla pensatrice spagnola, l’articolo propone quindi un’analisi della metafora del castello nel quadro di un confronto con lo scritto della mistica di Avila. In tal modo, l’esplorazione di questa metafora, oltre a consentire di individuare plessi teorici importanti della riflessione zambraniana e di scorgerne la straordinaria e autonoma proliferazione di senso, permette di riflettere in modo inedito su quelle due opposte forme di misticismo che Zambrano definisce “mistica della creazione” (o poetica) e “mistica nullista”.
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