Un’etica possibile nel quotidiano La Comune di Parigi come sperimentazione utopica secondo H. Lefebvre

Parole chiave: Lefebvre, utopia, abitare, quotidiano, città, Comune

Abstract

Il lavoro teorico di Henri Lefebvre è sempre stato diretto a far crescere il possibile disperso nel quotidiano, per provocare la scintilla capace di trasfigurare il “grigio” agire routinario. Proponiamo qui un excursus che faccia emergere i concetti che legano tra loro l’evento storico della Comune, la nozione di utopia e la rivendicazione di una socialità radicalmente altra. Anzitutto il concetto di utopia e la distinzione tra il progetto utopiano e l’utopia degli utopisti. L’utopia lefebvriana si fonda sul movimento di una realtà di cui essa scopre le possibilità. Poi il concetto della riproduzione dei rapporti sociali, che emerge dal confronto tra l’analisi critica del quotidiano, dei fenomeni urbani, della crescita economica e dell’economicismo. Quindi il concetto di città come spazio programmato in cui la formazione sociale proietta sul suolo le sue relazioni interne e con l’ambiente. E, di contro, il concetto di urbano come superamento delle contraddizioni capitalistiche che distinguono città e campagna. Legato a questi, il concetto di abitare contro il modello dell’habitat contemporaneo, che risponde alla crescita economica senza sviluppo sociale, cioè crescita quantitativa senza sviluppo qualitativo. L’abitare corrispondere a un modo di intendere l’umano che lo descrive a partire dai caratteri espressivo-evolutivi che lo contraddistinguono naturalisticamente e storicamente. A partire da questa costellazione di concetti viene infine analizzato il modello storico della Comune parigina.

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Pubblicato
2022-10-04