Il tema proposto mira a ridefinire il concetto di paesaggio, presentandolo non solo come un semplice involucro del territorio urbano e rurale, insediativo e produttivo, antropico e naturale, bensì come un organismo vivo, magari non in ottima salute, che, nonostante l’età, ancora regge all’urto delle trasformazioni prodotte dai fenomeni disastrosi delle cosiddette sciagure naturali e soprattutto dalle tante ferite infertegli dall’azione umana che, interessandolo, ne hanno ridefinito l’attuale assetto.

 

Come organo vivente il paesaggio soffre il malessere e gode il benessere, indossando l’abito povero ma decoroso più gratificante di quello ricco ma insolente, testimone del buono e del cattivo governo, comunque erede di una storia che lo nobilita, che ha ispirato composizioni liriche, narrazioni letterarie, espressioni di arte, creatività progettuali, il tutto compendiabile nel termine “cultura” che merita di essere acquisita, approfondita e trasmessa alle generazioni che seguiranno, auspicabilmente arricchita da quanto la civiltà del presente riuscirà ad elaborare, anche attraverso il bene indirizzato percorso della pianificazione urbanistica.

 

Pubblicato: 2008-12-31

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