Tra gli anni Sessanta e Settanta, una delle questioni più dibattute della letteratura argentina ha riguardato in che modo gestire l’eredità culturale di Borges e in particolare come rapportarsi all’onnipresenza del suo modello. Le poetiche emerse allora come risposta generazionale a quella tensione, sono ancora oggi un orizzonte insuperato per ciò che concerne sperimentazione e originalità. In quegli anni, infatti, un’intera generazione di scrittori, contrari a sfruttare opportunisticamente il grande successo internazionale della letteratura latinoamericana, si cimentò in due sfide di non poco conto: la prima fu alla tradizione culturale nella quale quegli scrittori si erano formati; la seconda ai risvolti commerciali delle loro opere, impegnandosi in progetti il cui fine dichiarato consisteva nell’evitare qualsiasi meccanismo di “cattura” del mercato.

A partire dal concetto di “letteratura ammutinata”, un concetto proposto da Libertella e rielaborato da Luis Gusmán, uno dei protagonisti di quella generazione, in questo numero di Pagine Inattuali saranno analizzate quattro figure di primo piano della letteratura argentina di fine Novecento, figure complementari e, allo stesso tempo, contrastanti, ossia Ricardo Piglia, Héctor Libertella, Leónidas Lamborghini e Alberto Laiseca. Pertanto, dopo un’intervista a Gusmán, si susseguiranno i saggi di Agustín Conde De Boeck, Lorenzo Mari, Annabella Canneddu, Ana Gallego Cuiñas e Marcella Solinas. Il numero si concluderà con alcuni estratti di opere narrative, oltre che dello stesso Gusmán, di Laiseca, Piglia, Libertella e Lamborghini. 

Licenza: Tutto il materiale pubblicato è distribuito con licenza “Creative Commons  Attribuzione” (CC-BY 4.0)

Pubblicato: 2023-11-23

Fascicolo completo

Articoli